martedì 8 dicembre 2009

Chiedo asilo, quello vero

Paolo Sarti
Corriere della Sera, 8 dicembre 2009 - Cronaca di Firenze

Quando nel 1974 l’O.M.N.I (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) chiuse i battenti, i Comuni italiani si trovarono a gestire una complessa e ingombrante eredità, fatta di consultori materni, corsi di preparazione al parto e asili nido.

Quegli asili erano stati costruiti nelle aziende, vicino o dentro alle fabbriche o a fianco degli uffici, con il preciso scopo di “assistere” e accudire i bambini delle donne lavoratrici a tutela del loro posto di lavoro (naturalmente la tutela era anche per il datore di lavoro: o lasciavi il figlio al nido o lasciavi il lavoro!).

Un’assistenza fatta soprattutto (e spesso unicamente) di accudimento igienico, di attenzione alimentare, di protezione fisica. I bambini vivevano spazi e tempi su abitudini stereotipate e ineluttabili: il momento del vasino significava che “si doveva” fare pipì o popò insieme e a quell’ora lì: ed esistevano le fasciature per ancorare i bambini recalcitranti ai vasini.

All’ora della pappa si mettevano tutti i bambini sul seggiolone in fila per poter passare col cucchiaio e riempire le bocche. Ma era forse un personale cattivo, inacidito?! Assolutamente no, perché al personale di un nido aziendale veniva chiesto di riconsegnare il figlio alla madre rassicurandola che aveva mangiato tutto, aveva dormito… e non si era fatto male (questo era meno facile garantirlo perché una tata poteva avere anche venti bambini di età diverse e oltre tutto in spazi inadeguati e poco protetti).

Grazie ad assessori illuminati, nei nidi di Firenze si cominciò a far entrare la pedagogia: sempre meno visite mediche e più attenzione alla complessità dei bisogni dei bambini. Non fu facile far capire al personale, che per anni aveva lavorato tenendo ferme le mani del bambino mentre lo imboccava a forza, che nutrirsi era anche esplorare il cibo, magari spargendoselo un po’ sul viso: non era spreco, era crescita.

Questa premessa “storica” per ricordare che l’evoluzione dai vecchi nidi aziendali è stato un percorso complesso, e solo grazie ad un lungo lavoro è stato possibile trasformare strutture di puro posteggio in luoghi dove i bambini possono esprimere tutte le loro potenzialità.

E sono state proprio la psicologia, la pedagogia, l’attenzione ai bisogni di crescita del bambino che hanno profondamente innovato i nidi, dai primi anni ottanta in poi. Per dar più forza al cambiamento si decise anche di eliminare il termine “asili nido” per parlare più correttamente di “nidi”, spazzando via, anche dal termine, quanto di assistenziale potesse rimanere.

Da allora grandi passi in avanti. Certo non son tutte rose e fiori, e ancora ci sarebbe da fare. Ma oggi allarma soprattutto la sensazione che chi si occupa dei nidi abbia come “perso la memoria”.

Sono i nuovi progetti di asili condominiali e aziendali che spaventano, e ancora di più gli accreditamenti di strutture private: soluzioni “a metà”, prive di garanzie di competenza e di qualità.

Così si prefigurano nuove strutture capaci di offrire solo occasioni di posteggio e mi riferisco ai nidi aziendali, che non garantiscono né collegamenti con il territorio né aperture culturali. Il nido, proprio per la sua funzione propedeutica, non può fare a meno di partecipare, con iniziative e stimoli culturali, al quartiere nel quale si pone.

Poi c'è il nido condominiale, senza nessuna garanzia di competenza pedagogica/educativa, e infine i voucher da spendere nel privato per la famiglia che non trova posto nel pubblico.

Il concetto è che il servizio pubblico non è in grado di aprire nuovi spazi e quindi passa la palla al privato: così ammette i propri limiti e “risarcisce” i genitori, con i soldi pubblici, per la sua incapacità.

La direzione inesorabile è quella di nuovi baby-parking.
Persa ogni attenzione all’infanzia, perso ogni senso sociale e politico del luogo “pubblico” di formazione degli individui (vedi scuola), perso un pezzetto di valore dell’infanzia, vista più come ostacolo alla produzione che non come strumento di investimento sul futuro.

Ma, in certi ambiti, persa anche una certezza di tutela fisica per i bambini: episodi come quelli di Pistoia, con maltrattamenti in un nido privato, probabilmente si sarebbero potuti evitati se l’esistenza di un sistema di formazione e aggiornamento del personale fosse stato requisito inderogabile (come nel pubblico) alla possibilità di aprire e gestire questi spazi.

Paolo Sarti, pediatra - Firenze
sarti.paolo@tin.it

lunedì 16 novembre 2009

Neonati maleducati

Ogni giovedì alle 19.00 e ogni martedì alle 12.15 - su canale 10 - "Neonati maleducati" diventa un programma televisivo a cura di Paolo Sarti: per imparare a essere genitori e a riconoscere i propri errori.

lunedì 12 ottobre 2009

Istituito a Firenze il registro dei testamenti biologici: un atto di amministrazione laica

(di Paolo Sarti)

6 ottobre 2009: il Consiglio Comunale di Firenze ha approvato l´istituzione del registro dei testamenti biologici con 26 voti a favore e 18 contro: tra i contrari tutta l'opposizione di centrodestra e tre consiglieri del Pd.

Il Consiglio Comunale di Firenze ha semplicemente detto sì all´istituzione di un “registro” delle dichiarazioni di fine vita (come già in Toscana avevano fatto i comuni di Calenzano e Pisa, dove peraltro è previsto anche un archivio dei testamenti).

Firenze non istituisce un archivio pubblico delle ultime volontà di cura in caso di gravi malattie, ma semplicemente un elenco dei cittadini residenti che abbiano già depositato presso un notaio o un altro fiduciario il loro testamento biologico e decidano liberamente di darne segnalazione al proprio Comune.

Un elenco, insomma, «di avvenuta redazione di testamento biologico» - come recita testualmente la delibera approvata - che garantisca la certezza della data di presentazione e la fonte di provenienza. Il registro non sarà di pubblico dominio, piuttosto sarà accessibile ai medici che vogliano sapere se un loro assistito, in assenza di comunicazioni o informazione da parte della famiglia, abbia o meno depositato una «dichiarazione anticipata di volontà» per consultarla.

E’ bene ricordare che, come non è obbligatorio redigere un testamento biologico tanto meno sarà obbligatorio comunicare che lo si è fatto iscrivendosi a questo registro comunale.
In altri termini: chi vorrà fare un testamento biologico sarà libero di farlo e potrà darne notizia al Comune di residenza perché siano consultabili al bisogno le sue volontà, sulla cui datazione e veridicità si farà garante il Comune stesso, senza costringere i suoi cittadini ad affrontare le spese notarili di deposito.

Ma allora: da dove trae origine il turbamento delle opposizioni politiche, e di alcuni consiglieri PD che si astengono o addirittura votano contro, e della Chiesa, che dopo appena un’ora dall’approvazione esordisce con la dura presa di posizione della curia di Firenze (e quindi dell’arcivescovo Giuseppe Betori) che bolla il registro come «un atto ideologico, illegittimo e privo di efficacia giuridica »?

«La città - c’è scritto nella nota dell’Arcidiocesi - si ritrova ad essere ridotta a uno strumento di fughe ideologiche, offrendo nuovi pretesti di divisione, non rispettando la sensibilità di non pochi dei suoi cittadini ».

Cosa dà scandalo e urta la sensibilità cattolica: un registro con le volontà di altri? Scandalizza la libertà di espressione, la scelta di un pensiero diverso, ateo e non religioso? Vogliono rendere obbligatorio per legge credere? Se così fosse non possiamo che rallegrarci del fatto che finalmente anche Firenze si sia dotata di questo, seppur piccolo, strumento di civiltà, fondamentale per l'affermazione del principio di laicità.

Per "Dichiarazione di volontà anticipata per i trattamenti sanitari" (il cosiddetto “testamento biologico”) si intende un documento legale che permette di indicare in anticipo i trattamenti medici che ciascuno intende ricevere o rifiutare in caso di incapacità mentale, di incoscienza o di altre cause che impediscano di comunicare direttamente e in modo consapevole con il proprio medico.

La persona che lo redige nomina un fiduciario per le cure sanitarie che diviene, nel caso in cui la persona diventi incapace, il soggetto chiamato ad intervenire sulle decisioni riguardanti i trattamenti sanitari stessi.

Il diritto del cittadino italiano a scegliere su questa materia esiste non perché, come dice sarcastico e irritato sulle pagine del suo blog il tecnologico don Paolo Pedrini (creatore di PRAYBOOK, un’applicazione per la condivisione della preghiera su Facebook), “il parlamentino di Firenze” si è permesso di deliberare, ma perché una ricca ed autorevole legislazione in merito lo sancisce da tempo.

Pur non essendoci ancora in Italia una legge specifica (come invece c'è negli Stati Uniti, fin dal 1991, ed in molti Paesi europei), esistono norme nazionali ed internazionali cogenti oltre ad un’autorevole giurisprudenza, che riconoscono valore ai testamenti biologici.

Basti pensare innanzitutto all'articolo 32 della Costituzione, che stabilisce che "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge" e che "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana". Questa norma costituzionale configura per tutti i cittadini quello che i giuristi definiscono un "diritto perfetto", che cioè non ha bisogno di leggi applicative per essere esercitato.

Parimenti, l'art. 13 della Costituzione afferma che "la libertà personale è inviolabile", rafforzando il riconoscimento della libertà e indipendenza dell'individuo nelle scelte personali che lo riguardano.

Tuttavia, il problema si pone - come dimostrato dalla drammatica vicenda di Eluana Englaro - nei casi in cui per diverse ragioni il malato perda la capacità di esprimere la propria volontà di rifiutare determinate terapie.

In tali casi bisogna però considerare la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, secondo la quale il consenso libero ed informato del paziente all'atto medico è considerato come un diritto fondamentale del cittadino afferente i diritti all'integrità della persona (titolo 1, Dignità, art. 3 Diritto all'integrità personale) e la Convenzione sui Diritti Umani e la biomedicina di Oviedo del 1977, ratificata con Legge 145/2001, la quale sancisce all'art. 9 che "i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento, non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione".

Il nuovo codice di Deontologia medica adottato dalla Federazione Nazionale dei Medici chirurghi ed odontoiatri, inoltre, dopo aver precisato all'art. 16 che "il medico deve astenersi dall'ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa attendere un beneficio per la salute del malato...", all'art. 35 sancisce che "il medico non deve intraprendere attività terapeutica senza l'acquisizione del consenso esplicito ed informato del paziente... In ogni caso, in presenza di un documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere da atti curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona."

Inoltre all'art. 38 si afferma che "il medico deve attenersi,... alla volontà liberamente espressa dalla persona di curarsi. Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà deve tenere conto, nelle proprie scelte, di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato."

Da ultimo, è opportuno citare le recenti decisioni della Corte di Cassazione n.21748, della Corte di Appello di Milano n.88 del 2008 e della Corte Costituzionale n.334 del 2008, relative proprio al caso Englaro. La Corte di Cassazione, in particolare, ha attribuito massima importanza alla volontà del malato, affermando che il legale rappresentante agisce nell’interesse dell’incapace e, una volta accertato che la condizione di stato vegetativo è irreversibile, deve portarne a termine la volontà potendo dedurla dalla sua personalità, dal suo stile di vita, dalle sue inclinazioni, dai suoi valori di riferimento e dalle sue convinzioni etiche, religiose, culturali e filosofiche.

Direi che c’è abbastanza fondamento in diritto e in giurisprudenza per informare e forgiare una legge ad hoc anche per il nostro Paese. Quello che è certo è che il Consiglio Comunale di Firenze non ha forzato o anticipato nessun legislatore, ha solo istituito un registro per il cittadino che intendesse utilizzarlo con modestia e rispetto delle leggi e dei diritti.

Oramai, però, siamo al paradosso che una buona parte dei cittadini italiani e dei politici che li rappresentano pensa che ciò che “io non voglio per me” (per paura, pensiero politico, motivi religiosi) non lo debbano volere neanche tutti gli altri. E nel caso invece lo volessero, per impedirglielo si trasformano certe scelte in reati! Insomma, se questa visione politica perdura, mi toccherà credere nell’aldilà per non ritrovarmi una sanzione o i carabinieri sotto casa?

domenica 30 agosto 2009

Ragazzi cattivi, ricci esplosi e genitori

(di Paolo Sarti)

Ho letto in cronaca di Firenze che i “ragazzi cattivi” del giardino del Tribolo sono tornati a colpire: un riccio torturato, preso a calci e poi esploso a metà agosto e l’altra sera una nuova caccia al riccio, che per fortuna questa volta si è salvato.

L’assessore al sociale Saccardi aveva allora disposto più controlli, ma le bande sono tornate a colpire ed ecco che oggi Salvatore Calleri della Fondazione Caponnetto, che per primo aveva segnalato i misfatti, propone di recintare e chiudere il giardino durante la notte.

Così probabilmente si salvano i ricci della zona e il sonno dei residenti... ma le teste dei “ragazzi cattivi” chi le salva?
E chi ci salva dagli ulteriori misfatti che queste teste metteranno in atto... magari sempre più criminose col crescere dell’età.
Che tipo di adulti ci aspettano? Dovremo recintare tutti i nostri spazi di vita e chiuderli la notte?

Ho un’altra domanda: ma i genitori di questi ragazzi dove sono? Sono tutti orfani o qualcuno dovrà rispondere di questi criminali-in-crescita? Sono tutti ragazzi che si auto-educano o c’è qualche responsabilità adulta?

Ce la possono fare i nostri tutori dell’ordine a identificare, con nome cognome e indirizzo, questi disegnatori di croci celtiche e torturatori di animali? Appena disponibili i nomi potremmo intervenire, per “dare una mano” alle famiglie, agendo col sociale (e magari anche col culturale!).

Forse è di questo che un assessore al sociale dovrebbe farsi carico, più che delle cancellate di recinzione. Insomma questi ragazzini da ricostruire li abbandoniamo o c’è una minima speranza di salvezza, sia per noi che per loro?

mercoledì 22 luglio 2009

Vezzo, ipocrisia o sdoganamento dei vizi maschili?

(di Paolo Sarti)

Probabilmente l’ipocrisia verbale ha visto il suo massimo nell’uso di termini come “non vedente” (=cieco), “non udente” (=sordo), “operatore ecologico” (=spazzino ), per non parlare del top, al limite della presa in giro: “diversamente abile” (=handicappato).

Sembrava fosse finita e già qualche illuminato stava cominciando a reinserire nel suo vocabolario i vecchi termini, per rendere giustizia alla sofferenza e al disagio umano.

Ma, come ormai ci ha insegnato la società odierna, al fondo non c’è limite! Ecco quindi un nuovo contributo alla barbarie verbale: “escort” (= prostituta) e, fresca di ieri su La Repubblica, edizione fiorentina, “drag queen” per parlare di un travestito.

Ma qual è il problema di questi giornalisti così propensi e pronti a rilanciare questi “modi di non dire”: vogliono sembrare chic o più colti? O forse sono in imbarazzo a parlare con chiarezza delle problematiche sociali? O vogliono proteggere i bambini, notoriamente incolti nella lingua inglese, dalle miserie della natura umana?

Il dubbio che mi inquieta è che vogliano far assurgere a dignità di professioni il degrado della persona e della relazione. Le ipotesi dunque sono tante ma quest’ultima mi sembra oggi, in questa fase storica e politica, la più accreditabile: dare modo a chi “fruisce” di queste nuove professioni di salvarsi l’immagine pubblica, attraverso una pseudo pulizia del linguaggio.

Berlusconi e tanti altri maschi italiani come lui... in fondo si sono solo rivolti a dei professionisti!

domenica 28 giugno 2009

Volti giovani non è sinonimo di innovazione

La nuova Giunta e le perplessità di un “vecchio” di sinistra

Non ho apprezzato affatto l’esternazione di Renzi all’annuncio della nuova Giunta: “Io e Nardella insieme non facciamo l’età di Berlusconi”… non è rassicurante. Avrei preferito avesse detto:
“Io e Nardella insieme non abbiamo neppure un pensiero in comune con Berlusconi”.

E non rassicura neppure sentirsi dire “età media della nuova Giunta: 40 anni”. Da che mondo è mondo l’esperienza si acquista con l’età; mentre non necessariamente la competenza o la correttezza, né tanto meno la moralità appartengono all’età anziana. Ma neanche l’essere giovani è garanzia di queste doti, dato che non sono né innate né geneticamente ereditabili.

Perché allora si è scatenato questo scellerato patto generazionale che ci vede costretti a dover identificare rinnovamento, competenza, “pulizia” con la consegna della direzione lavori ai giovani, ai molto giovani? Per risolvere l’immobilismo di una politica fatta da soli anziani, si rischia di abbandonare storia ed esperienza in nome di una fresca creatività giovanile autoreferenziata. Ancora una volta manca l’equilibrio: lo slogan “vecchio è saggio” è stato sostituito da “giovane è bello”.

Io lavoro con i molto giovani da tanti anni come pediatra e soprattutto come educatore (il mio campo è quello dell’educazione sessuale) con gli studenti delle superiori... poco prima che acquistino la “maturità” legale per votare. E negli anni ho assistito a un progressivo generalizzato deterioramento delle loro competenze culturali, comportamentali, morali (mi affretto subito a fare tutte le dovute eccezioni... che come si sa però confermano la regola). E non mancano le cronache di tutti i giorni a fornirci un quadro drammatico della situazione giovanile.

Perché allora i venticinque/trentenni dovrebbero essere di per sé migliori di uno di cinquant’anni? Io vedo un solo dato certo di superiorità (per altro provvisorio e senza merito): hanno tanta più vita davanti di quanta ne spetti a me, che sono sessantenne!

La biografia dei componenti la nuova Giunta messa in piedi da Renzi fa ben sperare in correttezza, competenza e creatività, e le prove le avremo via via che lavorerà: non enfatizziamo però la data di nascita sulla carta d’identità, che ci può dare solo indicazioni sulla freschezza o meno della loro pelle e sulla prestanza del loro fisico. Il resto non viene dall’età ma dalla formazione individuale: e quindi mi auguro che non per età siano stati scelti ma per il fatto che, nonostante il poco tempo che hanno avuto a disposizione per formarsi (essendo giovani!), risultino forniti delle doti e delle competenze necessarie per governare una città bella e complessa come Firenze.

Paolo Sarti
Lista Sinistra per Firenze

sabato 20 giugno 2009

Sinistra per Firenze: io partecipo

Comunicato stampa di Eros Cruccolini

Con il candidato sindaco del centrosinistra Matteo Renzi ci si può scontrare, confrontare o dialogare per migliorare il programma della coalizione. Stare alla finestra non è il posto per chi fa parte dell’ampio panorama della sinistra.
Il luogo preferito è la piazza, la lotta politica, la voglia di esserci, di partecipare e di non far decidere ad altri ciò che ci riguarda direttamente... e l’ elezione di un sindaco mi sembra ci riguardi!

L’avvicinarsi della data del ballottaggio impone a tutti noi della sinistra non solo una scelta personale ma la necessità di una riflessione politica, uno sforzo di umiltà e di capacità di collaborazione. Facciamo un’assunzione di responsabilità, mettiamoci in gioco senza stare all’angolo ma al centrocampo, tiriamo forte il pallone e mettiamolo in rete.

Con il candidato del centro sinistra Matteo Renzi possiamo giocare, con il candidato del centrodestra Giovanni Galli ci è precluso. Come si può dire di essere contro il governo Berlusconi e poi creare le condizioni perchè il suo candidato a sindaco possa amministrare la nostra città?

Facciamo un appello a tutto il mondo della sinistra ed agli amici verdi, con cui collaboriamo a livello nazionale, per andare il 21-22 giugno al ballottaggio e votare il candidato del centrosinistra Matteo Renzi.

venerdì 19 giugno 2009

Da l’Unità dell’11 giugno 2009

Paolo Sarti:

“Auguri a Cruccolini, mai pensato al ricorso”

Eros Cruccolini 387 preferenze, Paolo Sarti 385.
Due voti in meno che lo hanno escluso dall’assemblea di Palazzo Vecchio. Farà ricorso, scommetteva qualcuno.

A smentire l’ipotesi ci ha pensato da New York lo stesso Sarti: “Non mi permetterei mai di fare un ricorso contro un candidato del mio stesso partito” dice da oltreoceano.

“Una cosa del genere è fuori dai miei pensieri” spiega Sarti.
Anzi il candidato di Sinistra per Firenze, contattato dall’Unità, coglie l’occasione per ringraziare chi lo ha votato.
“Ora sotto con il ballottaggio” conclude Sarti “e scongiuriamo qualunque perdita di voti per Renzi”.

Da l’Unità del 10 giugno 2009

I nomi dei probabili nuovi eletti

Cruccolini a rischio ricorso

In Sinistra per Firenze è l’ex presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini a tornare in aula. Per due voti è rimasto fuori Paolo Sarti che pensa ad un ricorso per il riconteggio dei voti.

mercoledì 10 giugno 2009

venerdì 5 giugno 2009

Da l’Unita del 5 giugno 2009

Parlando di...

Paolo Sarti, Sinistra per Firenze

Vi chiedo di votarmi per dare voce a una sinistra che governi in totale laicità.
Per avere più posti, personale e qualità negli asili nido.
Per investire in educazione più che in repressione: per educare i giovani alla sessualità e all’affettività; per educarli alla convivenza, al rispetto dell’ambiente e delle regole sociali.
Per tutelare gli individui nel rispetto dei diversi orientamenti sessuali. Per combattere quello che questo governo sta facendo contro le donne.


martedì 2 giugno 2009

Da la Repubblica del 2 giugno 2009

Paolo Sarti, Sinistra per Firenze

Voglio proteggere la sanità pubblica”

Trent'anni dedicati alla cura e all'assistenza dei bambini, sempre nel servizio pubblico.
Il pediatra Paolo Sarti, candidato al consiglio comunale nella Sinistra per Firenze, insegna alla facoltà di medicina, collabora con gli asili nido del Comune e da molti anni tiene corsi di preparazione alla nascita e di educazione sessuale nelle scuole.

Sarti, non le bastava il suo impegno di medico?
“Non posso certo dire che il lavoro mi manchi. Però viviamo in un momento storico di grande sofferenza e sento il bisogno di partecipare alla vita politica. La mia attività è sempre stata impostata su un'idea di sinistra laica, credo profondamente nella sanità pubblica e la voglio proteggere. Gli asili nido non bastano, vanno potenziati, bisogna formare bene il personale, dare un aiuto vero alla famiglie. Il servizio sanitario è un modo di pensare e di lavorare, non significa solo far pagare il ticket”.

Da 15 anni si occupa della sessualità degli adolescenti.
“E anche qui, ora più che mai, è importante andare nelle scuole, lavorare sull'informazione ai ragazzi, accendere la luce nella testa degli uomini in un mondo in cui la sessualità è maltrattata. Bisogna lottare contro quello che questo governo sta facendo contro le donne, ogni giorno le attacca da ogni punto di vista.
In consiglio comunale servono competenza ed esperienza”.

(s.p.)



giovedì 28 maggio 2009

Identikit

Finalmente ho trovato qualcuno a cui dare il mio voto: ero scoraggiata, poi ieri è arrivato il suo volantino. Me la ricordo molto giovane nel 1978 quando in via Buonarroti insieme al dottor Monti ci avete preparato al parto e poi dopo la nascita ha seguito il primo e poi la seconda figlia. Quando questa avrà un figlio a sua volta, mi impegnerò a trasmetterle quello che tanti anni fa ci avete insegnato: ancora oggi mi guardano stupiti quando spiego quello che ho fatto con i miei figli e le confido che sono cresciuti moto bene (e non è cuore di mamma).
Spero di cuore di vederla a Palazzo Vecchio perché abbiamo bisogno di gente come Lei.
P.S.: i miei figli l'hanno ricosciuta all'istante!
(E.N.)

... nel '78 ero alto, biondo, abbronzato: ma come hanno fatto a riconoscermi i suoi figli nella foto di oggi?! Onestamente forse l'altezza era la stessa ma i capelli sicuramente non mancavano.
Ma una cosa sicuramente non è cambiata: l'entusiasmo nel lavoro e per questo mi ha fatto un gran piacere leggere la sua lettera, dandomi un nuovo stimolo a "lavorare" come trent'anni fa.
Se sarò a Palazzo Vecchio sarà anche merito del suo voto e spero di riuscire a non tradire mai la fiducia e il giudizio positivo che ha della mia persona. Grazie ancora e tantissimi saluti anche ai figli, anche loro ormai "vecchi"... per un pediatra.
(Paolo Sarti)

mercoledì 27 maggio 2009

Dal Corriere della Sera del 27 maggio 2009

Corriere Fiorentino

Dai maleducati neonati a quelli della politica

Lavora da trent'anni con i bambini e adesso, arrivato alla soglia dei sessant'anni, ha deciso di misurarsi con il mondo della politica.
Paolo Sarti, pediatra, impegnato nell'associazione umanitaria Medici per i diritti umani, se verrà eletto nella lista comunale Sinistra per Firenze, farà degli asili nido la sua battaglia più grande.

Per lui il pianeta bambini non ha segreti: ha scritto libri come Neonati maleducati e Sarò padre, da anni prepara le mamme alla nascita. E saranno proprio mamme e bambini il suo primo pensiero se arriverà a Palazzo Vecchio.
"Ho visto nascere gli asili nido e li difenderò fino in fondo. Difenderò il servizio pubblico a spada tratta". Non vuol sentir parlare di alternative come nidi aziendali o asili in casa: "Non ci si improvvisa educatori, qualità e competenza al primo posto".

Ci sarà posto per l'educazione sessuale nella politica vista dal dottor Sarti. Educazione sessuale che lui ha insegnato anche ai bambini della scuole elementari.
"C'è un gran bisogno d'informazione. Anche per prevenire le violenza sessuali. C'è bisogno di intervenire su una cultura sbagliata. Per combattere il clima di violenza e di aggressività verso le donne non servono più lampioni in strada, bisogna accendere una luce nella testa degli uomini. E questo lo si può fare solo investendo in cultura, educando i giovani al rispetto".

(A.M.)

domenica 24 maggio 2009

Perché voterei per Paolo Sarti

di Alessandro Falciani

Voterei per Paolo Sarti, se fossi residente a Firenze.
Invece risiedo nel Comune di San Casciano pur svolgendo la mia attività professionale a Firenze. Questo però non mi impedisce di suggerire che la scelta possa privilegiare Paolo Sarti per il contributo che egli potrà dare, incondizionatamente, alla città nella quale vive e lavora.
Nel panorama deludente di una politica sempre più lontana dal cittadino e dai suoi problemi, che manifesta il palese disisteresse ai suoi bisogni e ai suoi disagi, sento il desiderio di appoggiare la candidatura di un amico e di un professionista che svolgerà l'incarico pubblico con la stessa serietà con cui svolge, sempre nel pubblico, l'attività di pediatra.
Lo voterei anche dalla distanza politica della nostra formazione, nella consapevolezza che dobbiamo abbandonare, tutti, una simbologia ormai senza tempo per assegnare all'uomo che vale l'opportunità della conduzione.
Cogliere nei valori fondanti l'assoluta rispondenza fra vita privata, professionale e pubblica, invita ad anteporre l'uomo e lasciare nel cassetto i colori e gli striscioni che per troppi anni hanno impedito che venisse data una risposta al cittadino.
Chi voterà per Paolo Sarti appoggerà la serietà, la competenza, l'onestà intellettuale e professionale. Appoggerà la disponibilità e l'impegno per la parola data. Ma sopratutto darà un volto e un nome allo spessore; quello a cui da molto tempo siamo disabituati.
Paolo Sarti saprà fare il suo lavoro nel Consiglio Comunale di Firenze con le qualità che ho provato a descrivere di lui, le stesse con le quali da oltre trent'anni si occupa dei suoi piccoli pazienti.

Operazione Tam-Tam

La teoria dei sei gradi di separazione ci dice che è possibile raggiungere chiunque, tramite la propria rete di conoscenze, in un massimo di cinque passaggi.

Invitiamo dunque tutti i sostenitori di Paolo Sarti che sono su Facebook o su qualunque altro strumento di social networking, a scrivere questo messaggio sul loro profilo:

Vota PAOLO SARTI e la Sinistra per Firenze. Se vuoi anche tu che Paolo venga eletto consigliere al Comune di Firenze, copia questo messaggio e incollalo sul tuo profilo. Ci aiuterai a contattare tutti quelli che lo conoscono. Info su: www.paolosarti.it

La scheda



venerdì 22 maggio 2009

Festa di un sogno di primavera

Ecco le iniziative della festa in programma al Giardino Chelazzi in via dell’Agnolo, a Firenze, il 22 e il 23 maggio.

Venerdì 22 maggio - Educare alla libertà

Ore 16.30 - Merenda per bambini e genitori, animazione e giochi, con la collaborazione di Massimo Presciutti.

Ore 18.30 - “Prevenire la violenza: più luce nei parchi e più luce nei cervelli”.
Intervengono al dibattito: Alessandra Pauncz (psicologa), Elodia Migliorini (esperta), Paolo Sarti (medico pediatra).

Ore 20.00 - Aperitivo/Cena

Ore 21.00 - “L’Europa dei Diritti” in collegamento Web TV. Intervengono: Pasqualina Napoletano, parlamentare europea e Alessandro Bottoni (Rete Hackers) candidato europeo di Sinistra e Libertà nella circoscrizione del Nord Est. Coordina Paolo Solimeno, candidato al Consiglio comunale di Firenze.

Sabato 23 maggio - Educare alla partecipazione

Ore 10.00 - “Alla ricerca del quartiere nascosto”
Biciclettata tra luci e ombre del centro storico.
Ritrovo in Piazzale del Re alle Cascine.

Ore 16.30 - Merenda per bambini e genitori, animazione e giochi, con la collaborazione de La Compagnia del Sorriso.

Ore 18.30 - “Il muro della partecipazione”
Il comico Andrea Muzzi intervista i candidati al Quartiere 1.

Ore 20.00 - Aperitivo/Cena

Ore 21.00 - “Canzoni d’autore”
dal Chiodo Fisso Guitar Club di Firenze, Andrea Ardia, cantautore in concerto.

venerdì 15 maggio 2009

Apertura della campagna elettorale

Questa serà si terrà l'apertura della campagna elettorale della liste Sinistra per Firenze, Sinistra per la provincia e Sinistra e libertà.

sabato 9 maggio 2009

Diventa un sostenitore di Paolo Sarti

Per farlo basta andare su questa pagina di facebook e cliccare sulla scritta Diventa un sostenitore (sotto il simbolo della Sinistra per Firenze).

Guida al voto

Pubblichiamo di seguito alcune informazioni che ci auguriamo possano essere utili ai nostri "e-lettori".

Nei comuni con più di 15 mila abitanti, il Sindaco e i Consiglieri comunali vengono eletti attraverso l’utilizzo del sistema proporzionale.

L’elettore, dopo aver espresso la propria scelta sul candidato Sindaco, può votare sia per una delle liste ad esso collegate, sia per una qualsiasi delle altre liste presenti (voto disgiunto).

L’assegnazione dei seggi alle liste viene effettuata dopo la proclamazione del Sindaco, che può avvenire in occasione del 1° o del 2° turno. L’attribuzione dei seggi avviene con il sistema proporzionale e con l’assegnazione di un premio di maggioranza.

Elezione del Sindaco al 1° turno
Sono possibili tre ipotesi:

a) Il candidato Sindaco supera il 50% dei voti, ma la lista o le liste collegate non superano il 50%. In questo caso si ha solo il riparto dei seggi con il sistema proporzionale.

b) Il candidato Sindaco e la lista o il gruppo di liste ad esso collegate superano il 50% dei voti validi. In questo caso verrà attribuito alla lista o al gruppo di liste collegate un premio di maggioranza fino alla concorrenza del 60% dei seggi.

c) La lista o le liste collegate al candidato Sindaco superano il 60% dei voti validi. In questo caso l’assegnazione dei seggi avviene con il sistema proporzionale, senza alcun premio.

Elezione del Sindaco al 2° turno

Al gruppo di liste collegate al candidato Sindaco eletto che non abbia conseguito almeno il 60% dei seggi del Consiglio, viene assegnato il 60% dei seggi, sempre che nessuna lista o altro gruppo di liste abbia superato, nel primo turno, il 50% dei voti validi. I restanti seggi vengono assegnati alle altre liste secondo il sistema proporzionale.

Modalità di espressione del voto

La candidatura alla carica di Sindaco è collegata ad una o più liste di candidati alla carica di Consigliere comunale.

Ogni elettore può votare un solo candidato alla carica di Sindaco. La scelta può cadere anche su un candidato diverso da quello collegato alla lista a cui si intende attribuire il voto. Il voto al candidato alla carica di Sindaco si esprime tracciando un segno sul rettangolo in cui è scritto il nome del candidato prescelto.

L’elettore può votare una sola Lista. In questo caso deve tracciare un segno sul contrassegno della lista prescelta.
Può essere scelta anche una lista diversa da quella o da quelle collegate al candidato Sindaco prescelto.

L’elettore può esprimere un solo voto di preferenza per uno dei candidati alla carica di Consigliere comunale. Questo deve essere scelto esclusivamente tra quelli presenti nella lista votata.
La preferenza deve essere espressa scrivendo il cognome del candidato nella riga accanto al contrassegno.

martedì 5 maggio 2009

Lista dei candidati

Sul sito della Sinistra per Firenze è disponibile la lista dei candidati per il Comune e la Provincia.

lunedì 4 maggio 2009

Gruppi

Su Facebook sono aperte le iscrizioni a due nuovi gruppi:
Vota Paolo Sarti
Ex pazienti di Paolo Sarti

sabato 2 maggio 2009

La Sinistra per Firenze

Il sito della Sinistra per Firenze è in costruzione ma... restate in contatto!

venerdì 1 maggio 2009

Presentazione delle liste

La Sinistra per Firenze e la Sinistra per la Provincia convocano la conferenza stampa per la presentazione delle liste del Consiglio comunale e provinciale di Firenze.
Questa si terrà sabato 2 maggio, alle ore 12.30, presso il Caffé Sant’Ambrogio (piazza S. Ambrogio 7 ).
Oltre ai candidati, saranno presenti Maurizio De Santis (esecutivo La Sinistra) e Tommaso Ciuffoletti (segretario Partito Socialista).

domenica 5 aprile 2009

Paolo Sarti

Paolo Sarti si candida alle elezioni per il Consiglio comunale di Firenze con la Sinistra per Firenze.

Paolo Sarti (12/09/1949), pediatra di famiglia, vive e lavora a Firenze. Da molti anni si occupa di corsi di preparazione alla nascita e collabora con la Psicoprofilassi ostetrica dell’Università di Firenze (Centronascita).
Insegna alla facoltà di medicina dell’Università di Firenze.
Consulente della Regione Toscana per l'educazione sanitaria si è occupato di salute alimentare e di campagne per la prevenzione degli incidenti.
Da oltre 15 anni tiene corsi di educazione sessuale nelle scuole.
Collabora con gli asili nido del Comune di Firenze dagli anni ‘70.
È redattore delle riviste Salute e Territorio e Un pediatra per amico.
È presidente dell’associazione umanitaria Medici per i diritti Umani onlus.
Tra i suoi libri ricordiamo: Neonati maleducati, Gravidanza e puericultura e Sarò padre.