domenica 30 agosto 2009

Ragazzi cattivi, ricci esplosi e genitori

(di Paolo Sarti)

Ho letto in cronaca di Firenze che i “ragazzi cattivi” del giardino del Tribolo sono tornati a colpire: un riccio torturato, preso a calci e poi esploso a metà agosto e l’altra sera una nuova caccia al riccio, che per fortuna questa volta si è salvato.

L’assessore al sociale Saccardi aveva allora disposto più controlli, ma le bande sono tornate a colpire ed ecco che oggi Salvatore Calleri della Fondazione Caponnetto, che per primo aveva segnalato i misfatti, propone di recintare e chiudere il giardino durante la notte.

Così probabilmente si salvano i ricci della zona e il sonno dei residenti... ma le teste dei “ragazzi cattivi” chi le salva?
E chi ci salva dagli ulteriori misfatti che queste teste metteranno in atto... magari sempre più criminose col crescere dell’età.
Che tipo di adulti ci aspettano? Dovremo recintare tutti i nostri spazi di vita e chiuderli la notte?

Ho un’altra domanda: ma i genitori di questi ragazzi dove sono? Sono tutti orfani o qualcuno dovrà rispondere di questi criminali-in-crescita? Sono tutti ragazzi che si auto-educano o c’è qualche responsabilità adulta?

Ce la possono fare i nostri tutori dell’ordine a identificare, con nome cognome e indirizzo, questi disegnatori di croci celtiche e torturatori di animali? Appena disponibili i nomi potremmo intervenire, per “dare una mano” alle famiglie, agendo col sociale (e magari anche col culturale!).

Forse è di questo che un assessore al sociale dovrebbe farsi carico, più che delle cancellate di recinzione. Insomma questi ragazzini da ricostruire li abbandoniamo o c’è una minima speranza di salvezza, sia per noi che per loro?